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Intervista al maestro Eugenio Agnuzzi: il mondiale di Blandamura un’avventura straordinaria
Eugenio Agnuzzi è da oltre venticinque anni uno dei maestri di pugilato italiani più apprezzati dagli addetti ai lavori ed è salito recentemente alla ribalta per avere seguito all’angolo Emanuele Blandamura nel suo tentativo di conquista del titolo mondiale dei pesi medi.
Un tecnico di successo (nella foto di Renata Romagnoli), con il quale abbiamo parlato non solo della sua recente esperienza internazionale ma anche del suo passato e del particolare momento che sta vivendo la boxe in Italia.
Cominciamo dalla fine e cioè dal match di Blandamura contro Murata. Un orgoglio sia per te che per Emanuele essere riusciti ad arrivare fino a la o c’è qualche rimpianto ?
“Nessuna recriminazione. Sapevo che sarebbe stato un match molto difficile e proprio per questo motivo non ho fatto proclami prima del combattimento. Murata era ed ha dimostrato di essere un pugile di un livello superiore che può combattere con i mostri sacri della categoria. Noi ci siamo preparati al meglio, Emanuele è salito sul ring al massimo della condizione fisica e psicologica, di più non si poteva fare”
Il match è stato come vi aspettavate ?
“Purtroppo si. Blandamura è stato eccezionale in fase difensiva ed all’inizio è anche riuscito a ripartire con buone combinazioni. Poi con il passare dei round ha cominciato ad accusare i colpi, era indolenzito ed ha perso sicurezza. Ha cominciato ad essere più passivo, a sporcare i colpi del giapponese con maggiore difficoltà fino a quando non ha preso quel gancio destro che lo ha messo al tappeto”
Mancavano solo 4 secondi al termine della ripresa ma non avete contestato la decisione dell’arbitro di interrompere l’incontro…
“Non solo non abbiamo contestato ma di fatto siamo stati noi – con ampi segni – ad invitare l’arbitro a decretare la conclusione del match. Emanuele è stato forte e generoso a rialzarsi ma ho visto il suo sguardo ed ho capito che non era il caso di andare avanti. Per me i pugili sono prima di tutto esseri umani e non avrebbe avuto senso continuare. Avrebbe potuto fare un’altra ripresa ma sarebbe stata un round di inutile sacrificio”
Nel complesso una esperienza comunque positiva ?
“Assolutamente si. A fine match abbiamo ricevuto i complimenti di Bob Arum e del promoter Honda. Ha vinto semplicemte il più forte, ma per noi tutti è stato entusiasmante combattere in un arena con 20.000 persone confrontandoci con il Campione del Mondo”
Facciamo un passo indietro, anzi due. Come è avvenuto il tuo ingresso nel mondo della boxe ?
“Sono stato pugile dilettante, poi ho iniziato ad insegnare alla Laima Team dove sono rimasto per molto tempo. Da circa dieci anni sto alla Profighting di Roma, con grande soddisfazione. Ho portato a combattere centinaia di ragazzi tra dilettanti e professionisti ma la mia passione è sempre rimasta la stessa”
Il pugile che hai seguito e che ti ha maggiormente sorpreso positivamente sul piano dei risultati ?
“Mi vengono in mente due nomi. Il primo è Davide Dieli, un ragazzo che quando venne da me era un pugile senza un particolare talento e che invece fece dei miglioramenti impressionanti sotto tutti i punti di vista. Conquistò il Titolo italiano prima, l’Unione Europea poi e fu sfidante al Titolo Europeo. Il secondo è Emanuele Della Rosa, un ragazzo fisicamente fortissimo che riuscii a far diventare un pugile completo”
Quello che invece a tuo avviso poteva fare di più ?
“Alessandro Sinacore senza dubbio, un allievo dalle grandi capacità che non è pero riuscito ad esprimersi al massimo”
C’è un pugile che avresti voluto allenare ?
“Simona Galassi, una ragazza dal talento straordinaria che non ha ricevuto la cassa di risonanza che meritava. A mio avviso è stata tra le sportive italiane più forti di tutti i tempi, al pari di Federica Pellegrini o Sara Simeoni”
Torniamo all’attualità. Che momento sta vivendo il pugilato italiano ?
“Decisamente delicato e la colpa è di tutti, nessuno escluso. Manca il grande campione che possa ricreare interesse e per crearlo ci serve un maggiore sforzo da parte di tutti gli attori: tecnici, organizzatori e manager. Un campione va costruito nel tempo, non si inventa”
Quali sono i pugili da cui può ripartire il settore professionistico italiano ?
“Senza mancare di rispetto a nessuno, mi vengono in mente tre nomi: Magnesi, Natalizi e Turchi. Si tratta di 3 ragazzi che nei prossimi anni potranno raggiungere traguardi importanti. Ma serve – come ho sottolineato – l’impegno di tutti, non solo loro”
Ed Emanuele Blandamura che farà ?
“Aspettiamo. La sua è stata una carriera straordinaria culminata con il Titolo Europeo e la sfida al Mondiale, difficilmente migliorabile. Spetta a lui e solo a lui decidere cosa fare. Per ora è giusto che si riposi. Per il futuro si vedrà, è ancora tempo di goderci questa stupenda avventura”
Stefano Buttafuoco